I BORROMEO: DA SAN MINIATO A PADOVA NEL TARDO MEDIOEVO (Athena Edizioni)

Mercoledì 4 marzo / ore 18.30-19.30
Libreria ItalyPost

Lingua

Interviene
Bianca Ferronato
Abstract
Nelle pieghe del tempo, tra le pergamene ingiallite, prende forma la vicenda dei Borromeo, radicata nella storia millenaria dei “buon romei” del municipium patavino romano e nella tragica sorte di Filippo di San Miniato, condannato a morte a Firenze nel 1370. Da questo evento si dipana il destino dei suoi figli messi al bando e costretti a cercare rifugio presso le corti Carrarese e Viscontea. La ricerca rivela la capacità dei Borromeo di trasformare l’esilio in un’impresa di ascesa e radicamento, dando vita a una grande dinastia. Laureati a Padova vi tennero cattedra, fondarono attività bancarie con vocazione internazionale, furono protagonisti della vita pubblica attraverso l’assunzione di alte cariche in ambito politico, amministrativo ed ecclesiastico. La loro autorevolezza si manifestò nella duratura presenza fin dal 1445 e per molti secoli, tra i deputati dell’Arca del Santo, assieme agli esponenti padovani di maggior prestigio come i Buzzaccarini, i Lion e i Papafava con i quali strinsero alleanze matrimoniali. Promotori di arte e cultura, alimentarono il lavoro degli artisti, si dedicarono alla mercatura e avviarono lo sviluppo dell’economia agraria nei loro possedimenti attraverso la gestione delle acque e dei mulini. Oltre a Padova città, ebbero grande influenza nel territorio cittadellese a partire dal XV secolo con l’acquisizione di San Giorgio in Brenta. Qui Antonio Borromeo, il Dominus, suggellò la presenza della famiglia diventando podestà di Cittadella nel 1498. Il suo testamento del 1509 è conservato negli archivi di Villa Borromeo di San Giorgio in Brenta.

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